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Prigionieri in Kenia https://site.prigionieriinkenia.org A cura di Aldo Manos Wed, 19 May 2021 10:16:32 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.3 https://i0.wp.com/site.prigionieriinkenia.org/wp-content/uploads/2021/06/cropped-Mr.-Manos.jpg?fit=32%2C32&ssl=1 Prigionieri in Kenia https://site.prigionieriinkenia.org 32 32 194039258 https://site.prigionieriinkenia.org/2021/05/19/526/ https://site.prigionieriinkenia.org/2021/05/19/526/#respond Wed, 19 May 2021 10:16:30 +0000 https://site.prigionieriinkenia.org/?p=526

Prigionieri in Kenia

A cura di Aldo Manos

Scopo del Sito

Questo sito si propone di raccogliere il maggior numero di notizie sui prigionieri di guerra italiani in Kenia durante la Seconda Guerra Mondiale , notizie che ora si si trovano sparse in varie fonti, spesso incomplete o addirittura sbagliate.

L’interesse dei famigliari per le vicende dei loro padri o dei loro nonni e’ tuttora vivo, come risulta dalla pubblicazione di libri di memorie, articoli di giornale e dalle richieste di informazioni che regolarmente pervengono all’Ambasciata d’Italia a Nairobi.

Si ringraziano fin d’ora quanti vorranno contribuire a rendere il sito sempre piu’ ricco di notizie, fornendo documenti, ricordi, fotografie e copia di corrispondenza, perche’ il ricordo degli oltre cinque anni di prigionia di oltre 50,000 connazionali non vada perduto e questo sito diventi un museo virtuale dei prigionieri italiani in Kenia.

Come ha scritto Elspeth Huxley nel suo libro “The flame trees of Thika” solo le storie inventate hanno una conclusione. Le storie vere non finiscono mai, almeno fino a quando i loro protagonisti non muoiono, e nemmeno allora, perche’ le cose che hanno fatto e quelle che non hanno fatto, qualche volta continuano a vivere.


Il nostro indirizzo e’ info@prigionieriinkenia.org

1. UN PO’ DI STORIA

La presenza italiana in Africa risale al 1885 quando il Governo Depretis decise la conquista dell’Eritrea con il suo porto di Massaua sul Mar Rosso. Nel 1889-90 si ebbe la prima colonia italiana in Somalia ( per distinguerla da quella francese e da quella inglese) sotto il Governo Crispi.

Nel 1911 il Governo Giolitti dichiaro’ guerra alla Turchia conquistando la Cirenaica e la Tripolitania che poi furono chiamate Libia.

Segui’ nel 1935-36 la presa dell’Abissinia da parte del Governo Mussolini. La guerra di Abissinia suscito’ violente condanne da parte degli altri Stati europei. Il Negus ando’ a Ginevra a perorare la sua causa davanti alla Societa’ delle Nazioni, che decise di punire l’aggressore con una serie di sanzioni economiche. Gli Stati europei chiusero un occhio sulle condizioni in cui il Negus teneva le sue popolazioni – uno dei primi atti della nuova amministrazione italiana fu di chiudere il fiorente mercato degli schiavi che operava nella citta’ di confine di Moyale – e naturalmente videro il fuscello nell’occhio dell’Italia, ignorando la trave nei loro propri occhi.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, infatti, tutta l’Africa era colonia delle principali potenze europee, con la sola eccezione della Liberia, costituita nel 1847 da schiavi liberati in America.

Si veda in Allegato come si presentava l’Africa all’inizio della seconda guerra mondiale.

La guerra in A.O.I.

Il 10 giugno 1940 Mussolini annunciava dal balcone di Palazzo Venezia l’entrata in guerra dell’Italia.

« La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano. »

In Africa Orientale le forze in campo sembravano favorire l’Italia, e difatti a Nairobi le autorita’ britanniche cominciarono a bruciare gli archivi e preparare la ritirata. Ritenevano che l’Italia non avrebbe avuto alcuna difficolta’ ad invadere il Kenya e con la presa di Mombasa impedire agli Inglesi l’arrivo di rifornimenti. Invece i piani italiani prevedevano solamente una posizione di difesa, dopo una piccola avanzata per conquistare la meta’ inglese di Moyale, e l’arresto degli ufficiali inglesi con i quali i nostri ufficiali fino al giorno prima avevano giocato a carte e scambiato visite di cortesia.

Ecco come si presentavano le forze in campo: Per l’Italia: 255,950 uomini di cui Esercito 47,412 uomini CC.NN della Milizia 26,642 uomini Truppe coloniali 181, 895 uomini Le forze contrapposte contavano su 90,000 uomini cosi’ distribuiti: nel Sudan: 32.000 uomini, nel Kenia: 31.000 uomini, nel Somaliland: 7.000 uomini, ad Aden: 10.000 uomini, a Gibuti: 10.000 militari francesi. Anche la Royal Air Force si riteneva in condizioni di inferiorita’. La storia ufficiale della RAF e’ molto chiara a questo riguardo: ”Gli Italiani in Etiopia erano equipaggiati con aerei di gran lunga superiori e se ne avessero avuto la volonta’ e l’appoggio avrebbero potuto raggiungere facilmente i confini del Sud Africa. Ma non le hanno avute e i loro risultati in Africa Orientale sono stati piuttosto modesti.”

Genesta Hamilton, una ricca inglese residente in Kenia, scriveva nel suo diario: “Come mai gli Italiani non sono venuti a prendersi tutto il Kenia restera’ per sempre un mistero.”

Approfittando della insperata opportunita’ data loro di riorganizzarsi, fecero confluire su Mombasa truppe coloniali dalla Nigeria, Gold Coast, Nyasaland, Northern e Southern Rhodesia e dall’India, formando allo stesso tempo truppe Keniane, i Kenya African Rifles che avrebbero dato buona prova di se’ nella successiva campagna. Gli Inglesi avanzarono prima verso la Somalia , dove Mogadiscio cadde il 26 febbraio 1941

LE STRADE IN A.O.I.

Un ufficiale inglese ha scritto: “ Passata la frontiera, la nostra avanzata e’ stata rapidissima, grazie alla magnifica rete stradale costruita dagli Italiani e ai depositi di carburante che via cadevano nelle nostre mani.”

Il 6 maggio 1941 cadeva Addis Abeba. Seguiranno poi la caduta dell’Amba Alagi con la resa del Duca d’Aosta, il 17 maggio 1941, quella del Passo Uolchefit il 28 settembre 1941, e quella definitiva di Gondar, il 27 novembre 1941, che poneva fine alla presenza italiana in Africa Orientale.

2. VERSO LA PRIGIONIA

La Convenzione di Ginevra del 1929 sul trattamento dei prigionieri di guerra

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